Fischia il vento, urla bufera …
scarpe rotte eppur bisogna andar
a riconquistare il centro sociale
sequestrato dai carabinier …
20 dicembre 2009 Messaggero Veneto online
UDINE. Neppure un gelo siberiano li ha fermati, …
Sfila il centro sociale: dateci la nostra sede
Tanti slogan e nessun incidente alla manifestazione che è stata promossa dal Centro sociale dopo lo sgombero forzato dalla sede di via Scalo Nuovo. I giovani, circa duecento, hanno rivendicato la concessione di una sede.
Foto Messaggero
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20 dicembre 2009 Il Gazzettino
CORTEO DEL CENTRO SOCIALE
In duecento sfidano il freddo per manifestare
IL Gazzettino
CORTEO DEL CENTRO SOCIALE
In duecento sfidano il freddo per manifestare
Domenica 20 Dicembre 2009,
(e.v.) Sembrava che il maltempo dovesse fermare il corteo del centro sociale e trasformarlo in un presidio davanti all’edificio sequestrato. Ma l’elevato afflusso di gente radunatasi a partire dalle 15 davanti a via Scalo Nuovo, ha spinto gli organizzatori a far partire il corteo, sebbene con un’ora di ritardo. In testa lo striscione “22 anni di occupazione contro ogni soppressione”, oltre 200 manifestanti si sono messi in marcia per le vie del centro, allo slogan “Centro sociale libero”. A parte qualche parola dura lanciata a distanza all’indirizzo delle forze dell’ordine, non si sono registrati incidenti. Neppure nei pressi della Procura dove si è concentrato, schierato in assetto anti-sommossa, un buon numero degli oltre cento agenti presenti, tra polizia municipale, polizia e carabinieri. I comizi e il concerto finale in piazza Primo Maggio hanno chiuso la manifestazione, cui hanno preso parte rappresentanti di Usi, Donne in nero e Rifondazione comunista. Tra loro l’assessore Kristian Franzil che, rispondendo a distanza alle polemiche lanciate dal Pdl, ha ribadito: «Siamo attenti a tutte le associazioni; se hanno i fondi per mettere a norma gli edifici che abbiamo siamo pronti al dialogo». «Il collettivo ha dei fondi a disposizione – ha ribadito Ezio, uno dei membri del Csa -. La soluzione di via Scalo Nuovo era provvisoria, gli spazi sono già stretti. Chiediamo uno spazio e che si sblocchi la vicenda giudiziaria».
Messaggero Veneto DOMENICA, 20 DICEMBRE 2009
Pagina 7 – Udine
In 200 hanno manifestato contro lo sgombero di fronte a un folto spiegamento di agenti: nessun incidente
Corteo con proteste, slogan e insulti I ragazzi del Csa chiedono spazio
di PAOLA LENARDUZZI
Neppure un gelo siberiano li ha fermati, nè l’impossibilità di avere con loro le delegazioni di fuori città. Sopra un tappeto di neve, lungo le vie del centro dove, agli incroci, spesso non vedevi anima viva che non fosse in divisa, i ragazzi del Centro sociale autogestito hanno inscenato la loro manifestazione di protesta per il recente sgombero.
Un corteo di duecento persone – sarebbero state molte di più se il tempo non fosse stato proibitivo – si è mosso da viale delle Ferriere per seguire il percorso indicato dalla questura evitando accuratamente il centro storico così com’era stato richiesto dai commercianti.
Non c’è stato alcun incidente. La prima intenzione era quella di rinunciare alla sfilata per limitarsi a un presidio con volantinaggio davanti all’edificio di via Scalo Nuovo in cui dieci giorni fa carabinieri e Digos erano intervenuti per mettere i sigilli. E infatti per oltre un’ora giovani e meno giovani, sistemati gli striscioni, si sono fermati nell’aiuola parcheggio di viale delle Ferriere, pronti a dar voce ai megafoni e a sistemare i fornelli da campo per scaldare il brulè. Alle stesse forze dell’ordine i manifestanti avevano dichiarato che il corteo sarebbe stato rinviato, invece, alle 16.10, oltre un’ora dopo il via annunciato, il contrordine: tutti in fila dietro la grancassa e lo scritta «22 anni di occupazione contro ogni oppressione».
«È successo – spiega Paolo De Toni, portavoce “storico” del Csa, bloccato dalla neve nella sua San Giorgio Di Nogaro – che, vista la bufera della mattinata e il fatto che diversi gruppi dalla Bassa, da Gorizia e da Trieste avevano annunciato con dispiacere la loro assenza, si era deciso per un rinvio. Visto però che in viale delle Ferriere continuava ad arrivare gente, si è deciso poi di partire. E vedere 200 persone sotto la neve in un corteo senza disordini significa che la gente ci segue, crede in quello che noi chiediamo».
«Il blitz di quel giovedì pomeriggio che ha portato al sequestro non è stato casuale – commenta Ezio –, i carabinieri sanno che quel giorno si riuniscono gli studenti. E adesso noi ci troviamo senza un nostro spazio, vediamo se il Comune, come ci ha promesso, ci verrà incontro favorendo un accordo con le ferrovie o cercandoci altre sistemazioni. A suo tempo, il sindaco Cecotti aveva ipotizzato una delle caserme dismesse»».
Sono così sfilati i vari gruppi, tra cui circolo Arci, Movimento studentesco, Rifondazione comunista, Aranea, Donne in nero, Unione sindacale italiana. C’era anche una mamma che trascinava il figlioletto sullo slittino.
Slogan, canzoni, come “Bella ciao”, qualche isolato che apostrofava con parole offensive le forze dell’ordine, sotto gli occhi di oltre un centinaio di agenti tra carabinieri e polizia (in assetto antisommossa all’incrocio di via Gorghi e a porta Manin), senza dimenticare le pattuglie della municipale. Non si è comunque mai andati oltre le righe e in Giardin Grande, dopo gli interventi per condannare il sequestro e ribadire la necessità di «spazi in cui ritrovarci», è partita la musica per tentare di riscaldare una piazza che vedeva la colonnina del mercurio precipitare sempre più sotto zero.
DOMENICA, 20 DICEMBRE 2009
Pagina 7 – Udine
«Il Comune farà da mediatore»
L’assessore Franzil
C’è anche Kristian Franzil, l’assessore a sport e istruzione, di Rifondazione comunista, nel gruppo dei manifestanti del Csa pronti a mettersi in fila sotto la neve per il loro corteo di protesta contro la chiusura forzata del centro autogestito di via Scalo Nuovo. «Sono qui come privato cittadino e rappresentante di partito – spiega – per sostenere l’esperienza del Centro sociale autogestito che ha una storia lunga 30 anni e qualcosa alla città ha dato. Ritengo che la vicenda dello sgombero vada chiarita legalmente – tiene a precisare Franzil – e penso sia giusto portare solidarietà ai ragazzi». Non soltanto a parole, lo stesso sindaco Honsell si è subito detto disponibile a cercare soluzioni: «L’amministrazione comunale si sta interessando alla vicenda – conferma l’assessore –: stiamo cercando di portare avanti un discorso con le Ferrovie dello Stato, poi, finita la nostra mediazione, se la vedranno direttamente i ragazzi. Stiamo operando per venire loro incontro come del resto il comune si è sempre prodigato per qualunque associazione abbia chiesto una mano».