Il Piccolo – SABATO, 27 NOVEMBRE 2010 Pagina 13 – Regione
ZACCARIOTTO, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI VENEZIA: «NESSUNO VUOLE PIÙ QUELLO VICINO AL MARE»
Tav, il Veneto torna al tracciato autostradale
Paoletti, presidente del comitato transpadano: «Così perderemo i finanziamenti». E chiama Bruxelles
Tav, il Veneto torna al tracciato autostradale
Paoletti, presidente del comitato transpadano: «Così perderemo i finanziamenti». E chiama Bruxelles
di SILVIO MARANZANA
TRIESTE La presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto è drastica: «Non c´è più a questo punto né un Comune, né un Comitato che prema ancora per il tracciato “balneare”, tanto vale tornare sull´ipotesi originaria: quella che prevedeva che i binari corrano parallelamente all´autostrada». Sulla Tav il Veneto sembra aver cambiato di nuovo idea il che ha gettato nello scoramento Antonio Paoletti, presidente del Comitato transpadana oltre che della Camera di commercio di Trieste. «Questi continui ripensamenti – accusa Paoletti – rischiano di far perdere i finanziamenti. Di conseguenza ho appena preso contatto a Bruxelles con Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore europeo del Corridoio cinque. Chiedo che ci sia un altro incontro a Trieste per un chiarimento definitivo entro il 31 dicembre che oltretutto era stato fissato come deadline per la presentazione del progetto preliminare in grado di calamitare i finanziamenti europei». «È vero, il termine è incalzante – aggiunge Zaccariotto – tanto più se si tratterà di cambiare di nuovo tracciato». Eppure sembrava essere stato lo stesso presidente della Regione Luca Zaia a cassare il percorso vicino all´autostrada, quello che nel grafico pubblicato sopra è indicato come opzione B: «Dovremmo abbattere duemila case», ha affermato. Ma ora la presidente della Provincia che è anche sindaco di San Donà, e però pure essa leghista come Zaia, controbatte: «Non sono affatto duemila. Le abbiamo contate, sono 130, al massimo 150». Il nuovo dietrofront è avvenuto quando i rappresentanti veneti hanno scoperto che il progetto di Rete ferroviaria italiana non prevede alcuna fermata dell´Alta velocità in territorio veneto dopo quella dell´aeroporto Marco Polo. Zaia allora ha posto alcune condizioni: «Condivisione del territorio e fermata a servizio delle spiagge». Ma Zaccariotto è già più avanti: «Anche se si riuscisse a ottenere la fermata, sarebbe comunque a 10 chilometri da Jesolo. Il tragitto cosiddetto balneare sarebbe più impegnativo e oltretutto anche più lungo. Tanto vale tornare paralleli all´autostrada come comunque, in entrambe le ipotesi, i binari correranno da San Stino di Livenza in poi». La resa dei conti in casa veneta avverrà mercoledì, giornata in cui la presidente della Provincia ha convocato tutti i sindaci interessati per un incontro al quale parteciperà anche l´assessore regionale alla mobilità Renato Chisso. Se le pressioni per abbandonare il percorso “balneare” saranno univoche, si tornerà al tracciato parallelo all´autostrada. In tempo per ricalibrare il progetto, se verrà confermata la data del 31 dicembre? Quasi certamente no. Ma l´Unione europea potrebbe anche accontentarsi di un progetto purché sia un progetto (e che è stato fatto da Rfi sul tragitto “balneare”) e che potrebbe essere modificato e portato più a Nord, più o meno solo nel tratto tra Quarto d´Altino e San Stino di Livenza, in un secondo tempo. «Non vorrei che tutti questi ritardi – afferma Paoletti manifestando forti timori – alla fine finissero per penalizzare soprattutto se non solo Trieste. E che la Tav alla fine proceda più velocemente solo fino a Ronchi magari per essere messa in connessione con lo scalo di Monfalcone e contemporaneamente sull´altro versante si facesse prima la Capodistria-Divaccia che la Trieste-Divaccia: se così fosse, il porto di Trieste potrebbe definitivamente chiudere».
TRIESTE La presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto è drastica: «Non c´è più a questo punto né un Comune, né un Comitato che prema ancora per il tracciato “balneare”, tanto vale tornare sull´ipotesi originaria: quella che prevedeva che i binari corrano parallelamente all´autostrada». Sulla Tav il Veneto sembra aver cambiato di nuovo idea il che ha gettato nello scoramento Antonio Paoletti, presidente del Comitato transpadana oltre che della Camera di commercio di Trieste. «Questi continui ripensamenti – accusa Paoletti – rischiano di far perdere i finanziamenti. Di conseguenza ho appena preso contatto a Bruxelles con Laurens Jan Brinkhorst, coordinatore europeo del Corridoio cinque. Chiedo che ci sia un altro incontro a Trieste per un chiarimento definitivo entro il 31 dicembre che oltretutto era stato fissato come deadline per la presentazione del progetto preliminare in grado di calamitare i finanziamenti europei». «È vero, il termine è incalzante – aggiunge Zaccariotto – tanto più se si tratterà di cambiare di nuovo tracciato». Eppure sembrava essere stato lo stesso presidente della Regione Luca Zaia a cassare il percorso vicino all´autostrada, quello che nel grafico pubblicato sopra è indicato come opzione B: «Dovremmo abbattere duemila case», ha affermato. Ma ora la presidente della Provincia che è anche sindaco di San Donà, e però pure essa leghista come Zaia, controbatte: «Non sono affatto duemila. Le abbiamo contate, sono 130, al massimo 150». Il nuovo dietrofront è avvenuto quando i rappresentanti veneti hanno scoperto che il progetto di Rete ferroviaria italiana non prevede alcuna fermata dell´Alta velocità in territorio veneto dopo quella dell´aeroporto Marco Polo. Zaia allora ha posto alcune condizioni: «Condivisione del territorio e fermata a servizio delle spiagge». Ma Zaccariotto è già più avanti: «Anche se si riuscisse a ottenere la fermata, sarebbe comunque a 10 chilometri da Jesolo. Il tragitto cosiddetto balneare sarebbe più impegnativo e oltretutto anche più lungo. Tanto vale tornare paralleli all´autostrada come comunque, in entrambe le ipotesi, i binari correranno da San Stino di Livenza in poi». La resa dei conti in casa veneta avverrà mercoledì, giornata in cui la presidente della Provincia ha convocato tutti i sindaci interessati per un incontro al quale parteciperà anche l´assessore regionale alla mobilità Renato Chisso. Se le pressioni per abbandonare il percorso “balneare” saranno univoche, si tornerà al tracciato parallelo all´autostrada. In tempo per ricalibrare il progetto, se verrà confermata la data del 31 dicembre? Quasi certamente no. Ma l´Unione europea potrebbe anche accontentarsi di un progetto purché sia un progetto (e che è stato fatto da Rfi sul tragitto “balneare”) e che potrebbe essere modificato e portato più a Nord, più o meno solo nel tratto tra Quarto d´Altino e San Stino di Livenza, in un secondo tempo. «Non vorrei che tutti questi ritardi – afferma Paoletti manifestando forti timori – alla fine finissero per penalizzare soprattutto se non solo Trieste. E che la Tav alla fine proceda più velocemente solo fino a Ronchi magari per essere messa in connessione con lo scalo di Monfalcone e contemporaneamente sull´altro versante si facesse prima la Capodistria-Divaccia che la Trieste-Divaccia: se così fosse, il porto di Trieste potrebbe definitivamente chiudere».