TERRITORIO/ Rassegna stampa manifestazione di Cercivento-Paluzza

I politici capiscono che gente come Renato Garibaldi fa solo un bel po’ di confusione per tirare l’acqua al suo mulino, ma in realtà non costituisce un reale problema per il Potere.

La gente che si è mobilitata dovrebbe capire che è necessaria un’altra strategia politica ed un’altra impostazione della lotta.

Le manifestazioni  fatte con il patrocinio del Vescovo e i comizi dei Preti sono come mandare un messaggio a chi comanda che significa che queste sono pecorelle che hanno bisogno del pastore  e non gente autonoma e combattiva.

Paolo De Toni

 

 

Messaggero Veneto 18 novembre

Inascoltata la protesta carnica: l’elettrodotto si farà entro il 2014

 

Le solite super-boiate del PD

Messaggero Veneto 15 novembre

Elettrodotto, il Pd propone un unico impianto dall’Austria

Il giorno dopo la manifestazione di Paluzza interviene il centro sinistra: serve la massima riduzione dei rischi

TOLMEZZO. Il Partito Democratico della Provincia di Udine condivide – in una nota – la posizione politica sulla realizzazione dell’elettrodotto transfrontaliero Würmlach-Somplago maturata nel tempo dalla comunità della Carnia e espressa attraverso le delibere del Consiglio della Comunità Montana, dei sindaci della Carnia e all’unanimità del Consiglio Regionale, e «tale posizione intende con forza riaffermare».

LEGGI La Carnia protesta in corteo

La richiesta della comunità della Carnia e del Partito Democratico è quella «di condizionare eventuali infrastrutture al rispetto di alcuni requisiti, condizioni e benefici che fanno riferimento a tutto il “sistema Carnia”: realizzare un unico elettrodotto di connessione transfrontaliero; Realizzare l’opera prevedendo la massima riduzione dei rischi per la salute dei cittadini ed il minor impatto ambientale possibile per il territorio interessato dall’attraversamento; a tale scopo prevedere l’interramento dell’o pera e lo smantellamento del maggior numero possibile di linee già presenti sul territorio. Prevedere che ci siano ricadute positive e benefici per il “sistema Carnia”, in compensazione all’a ttraversamento del territorio di una infrastruttura così impattante, a maggior ragione nel caso in cui essa dovesse corrispondere ad interessi “esterni” alla Carnia; ricadute queste da valutare per il rilievo verso l’intero sistema territoriale e socio-economico della Carnia, e non verso i singoli soggetti in causa o in base all’appartenenza politica delle amministrazioni coinvolte».

«Per rendere realizzabili e più concrete queste richieste – dice il Pd – occorre che la comunità della Carnia, malgrado il venir meno del ruolo di coordinamento della Comunità Montana per opera del commissariamento regionale, ritrovi al più presto un’unità politica su questo tema, unità che era già stata manifestata e ribadita durante tutti questi anni di discussione sui progetti in discussione, e persino solidalmente fra centro-destra e centro-sinistra».

(15 novembre 2010)

 

 

MV 14 novembre 2010

Elettrodotto e acqua privatizzata La Carnia protesta e dice no in corteo

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di Gino Grillo

Oltre duemila persone si sono trovate ieri sul ponte fra Cercivento e Paluzza per protestare contro l’elettrodotto aereo Somplago-Wurmlach e contro la privatizzazione dell’acqua. I negozi sono rimasti chiusi per solidarietà. L’arcidiacono della Carnia monsignor Zanello: «Questo impianto è un sfregio, una cicatrice che si può evitare»

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Elettrodotto e acqua privatizzata. Ora la Carnia protesta in corteo

Oltre duemila al corteo di Paluzza. Sul ponte di Cercivento manifestanti anche dall’Austria, i negozi sono rimasti chiusi per solidarietà. L’arcidiacono della Carnia monsignor Zanello: «Questo impianto è un sfregio, una cicatrice che si può evitare»
di Gino Grillo
PALUZZA. Oltre duemila persone si sono trovate ieri sul ponte fra Cercivento e Paluzza per protestare contro il progetto di realizzazione dell’elettrodotto aereo Somplago-Wurmlach e contro la privatizzazione dell’acqua. Un successo inatesso: infatti sino a pochi minuti prima delle 14, orario stabilito per l’i ncontro sul ponte fra i due comuni, a essere presente era solamente un imponente servizio delle forze dell’ordine.

Poi sono arrivate le prime persone, a piedi dai comuni del posto, in automobile da lontano, dalle altre valli della Carnia, dal Friuli, ma soprattutto, fra i primi a giungere, sono stati i cittadini arrivati dall’Austria. Quindi l’incontro fra i sindaci di Cercivento e Paluzza sul ponte, l’arrivo dei comitati, i sindaci degli altri paesi della Carnia, anche non coinvolti direttamente dal passaggio dell’elettrodotto Fantoni-Pittini-Burgo a dimostrare la loro solidarietà. Lungo la strada ad attenderli negozi ed esercizi pubblici con le serrande sbarrate, con poche eccezioni, con esposte espressioni di solidarietà.

Nella valle del But ieri non hanno protestato solo contro l’e lettrodotto: i vari slogan hanno spaziato a 360 gradi, in particolare contro la privatizzazione dell’acqua e i comitati che invitavano a firmare per la riconsegna ai comuni della gestione del ciclo integrato delle acqua e invitando le famiglie a scrivere alla Regione chiedendo una legislazione in tal senso.

Ad accogliere il corteo nella piazza di Paluzza c’era un piccolo palco e la musica di Lino Straulino. Prima dei vari discorsi, la corale di Paluzza ha intonato l’inno della Carnia, “Carnorum Regio” del maestro Giovanni Canciani. Dopo l’introduzione, ha preso la parola il parroco di Tolmezzo, don Angelo Zanello che non ha esitato ad usare parole taglienti a sostegno della gente di montagna. «Sulla pelle della Carnia un nuovo elettrodotto sarebbe uno sfregio, una cicatrice che però si può evitare».

Il prelato vede la crisi che attanaglia l’economia e che richiede oggi l’elettrodotto, derivare la scelte lontane: «Non stiamo ricercando, con l’elettrodotto, le cause profonde». Don Zanello ha parlato di solidarietà, di distribuzione della ricchezza, che cresce anche in Italia, ma non per tutti: «Se l’elettrodotto si farà, i benefici debbono essere per tutti, non solo per gli industriali: le ricadute debbono essere per tutti, per tutto il periodo della concessione. Deve vincere la squadra, così le imprese producono di più e danno più lavoro». Quindi ha invitato i sindaci a «non vendersi».

(14 novembre 2010)
Il Gazzettino
Domenica 14 Novembre 2010, La gente della Carnia ancora una volta dice No all’elettrodotto. E per dimostrarlo si è stretta attorno ai sindaci che quel No lo hanno ribadito venerdì alla Regione e alla cordata proponente l’infrastruttura. In 1800 ieri pomeriggio hanno risposto alla chiamata del Coordinamento dei comitati per la difesa del territorio e si sono ritrovati presso il nuovo ponte di Cercivento armati di fischietti, tamburi, bandiere italiane, bandiere austriache, vessilli della Patria del Friuli. Si sono viste famiglie con i passeggini, anziani, giovani, militanti e semplici cittadini, gente di ogni età che ha manifestato civilmente con cori, fischi, inni e proclami lanciati dal capopopolo Renato Garibaldi con il suo megafono. Dal “Non passerete, non molleremo, resisteremo” al “Giù le mani dalla terra o la Carnia si ribella” fino a “Regione, senza remissione, ci togli gli acquedotti, ci imponi elettrodotti”. A guidare il corteo reggendo lo striscione di Carniainmovimento alcuni ragazzini, alle loro spalle il tricolore italiano e la bandiera dell’Austria, dietro ancora i sindaci della Valle del But, Elia Vezzi di Paluzza, Dario De Alti di Cercivento, Sergio Straulino di Sutrio, Elio Moser di Zuglio, Giorgio Morocutti di Ligosullo, Marlino Peresson di Arta Terme. A fianco di loro l’unico consigliere regionale presente era Enore Picco della Lega Nord. E poi i parroci con in testa monsignor Angelo Zanello, Arciprete per la Carnia a testimoniare la vicinanza della Curia udinese. Ma non solo: tra le tante facce di carnici, friulani della bassa, carinziani, tutti con cartelli di denuncia e t-shirt a tema, si sono intravisti anche esponenti di vari partiti (senza bandiere al seguito) da Rifondazione all’Idv, dalla Sinistra e Libertà, agli Autonomisti del Fronte Friulano, passando per diversi rappresentanti del Pd, quindi le associazioni degli ambientalisti, i rappresentanti delle categorie economiche e dei sindacati, dagli artigiani agli allevatori, dal presidente della Secab Cortolezzis al presidente della Banca di Credito Cooperativo della Carnia e del Gemonese Cescutti.
Lungo via Roma “serrata” dalle saracinesche abbassate dei negozi, solidali con il movimento, i rumorosi manifestanti, al ritmo dei tamburi e tra i rintocchi delle campane, si sono ritrovati in piazza della Fontana a Paluzza dove dal palco, allietato dalle note di Lino Straulino, del Carnorum Regio e da Alessio Screm, a turno si sono uditi i vari proclami dei rappresentanti dei comitati, di alcuni sindaci che hanno confermato che “non siederanno più ad alcun tavolo sulla questione”, di don Zanello, del sindaco della carinziana Dellach e di alcuni cittadini. Riposte le bandiere e ripiegati gli striscioni lentamente la folla si è dileguata. La battaglia continua.
«Abbiamo risposto
a chi aspettava 4 gatti»
Chiesto il rispetto dell’ambiente e anche dell’acqua
Il padre al figlio: «Ascolta, qui si parla del tuo futuro»
Domenica 14 Novembre 2010, PALUZZA – «A chi pensava di trovare quattro gatti, abbiamo risposto alla grande. Non so come finirà questa battaglia, so solo che venderemo cara  la pelle. Ora ancor di più che gli amici carinziani della Valle del Gail hanno dimostrato di condividere la lotta. A politici e a sindaci chiediamo di ritornare sui loro passi perché è la gente che glielo sta chiedendo»: Renato Garibaldi condensa in queste parole il senso della giornata, ancora una volta è riuscito a portare tantissime persone in strada, nelle piazze. A fianco a lui oltre ai movimenti e agli altri comitati, si è rivista la presenza importante della Chiesa friulana, il vescovo Mazzoccato ha portato il suo messaggio attraverso l’Arciprete di Tolmezzo don Angelo Zanello, che usando la metafora forte di un malato (la Carnia) che rischia l’infarto, ha invitato a non fermarsi ad un facile peacemaker ma ha chiesto che si utilizzi le più avanzate tecnologie, specificato quindi che: «Noi non siamo a priori contro l’elettrodotto ma chiediamo che venga rispettato l’ambiente e queste genti, e che quindi lo si faccia interrato, anche se costa di più». Richiamando quindi la dottrina sociale della chiesa ha ribadito che l’infrastruttura, “se passerà, dovrà far ricadere gli stessi benefici sia su chi la realizza, sia su chi la ospita”. In chiusura l’appello: «Sindaci, non vendetevi». Ed a proposito di sindaci, freschi del No ribadito alla Regione nel confronto di venerdì, a parlare Elia Vezzi: «Non ci sono più confini quando si parla di territorio, dobbiamo resistere», e poi Dario De Alti: «Noi serviamo per ascoltare la gente e per difendere la gente, il nostro territorio e la nostra acqua hanno un valore inestimabile. Tondo e Cacitti riflettete, se questo mostro verrà realizzato la colpa sarà vostra». Ma anche il popolo della sinistra più o meno radicale si è schierata in blocco nella piazza, Tiziano, giovane militante del Pd ha commentato: «Questa è un opera che non sentiamo necessaria, che ci renderà difficile continuare a vivere quassù, soprattutto per i giovani; la politica deve ascoltare questa gente, non fare gli interessi dei grossi imprenditori». Unico rappresentante della Lega Nord Enore Picco, che ci è andato giù pesante: «L’elettrodotto deve essere solo interrato. Punto. C’è una brutta generazione di sindaci che prima facevano i rivoluzionari, oggi sono entrati nel sistema e stanno distruggendo le generazioni che li hanno preceduti, gente capace di far fare dietro front non ad un pivello ma ad Adriano Biasutti in persona, diga di Pinzano docet». Anche la bassa friulana ha voluto stringersi attorno ai carnici con Adelvise Tibaldi del Comitato Friuli Rurale.
Camminando tra i manifestanti capita di sentire anche un padre che al proprio figlioletto dice: «Fai silenzio, stai attento, qui si parla anche del tuo futuro».
Sono le 16.30, pian piano la gente inizia ad andarsene e Garibaldi lancia l’ultima sortita: «Non ci fermiamo qui, ora marceremo su Tolmezzo e Cavazzo, per far cambiare idea a quelle amministrazioni che non ascoltano i loro cittadini».
D.Z.