NOTAV: la UE proroga la farsa della Venezia-Trieste-Divaccia

IL PICCOLO – MERCOLEDÌ, 10 NOVEMBRE 2010

 

IL NODO INFRASTRUTTURE

Tav in grave ritardo, proroga dall’Ue

Bruxelles concede due anni in più per il progetto: si va al 2015


TRIESTE La commissione europea salva la Tav che, nel segno di treni più veloci e più capaci, deve attraversare il Friuli Venezia Giulia, accorciando le distanze tra Venezia, Trieste e Divaccia. Lo fa concedendo due anni di tempo in più alla Trieste-Divaccia. E confermando sino all’ultimo cent i finanziamenti complessivi, e sono più di 74 milioni di euro. Ma detta le sue condizioni vincolanti.

Pagina 12 – Regione

LA COMMISSIONE EUROPEA SALVA ANCHE LA TRIESTE-RONCHI SUD A PATTO CHE SI RISPETTINO LE SCADENZE

La Tav italo-slovena slitta di due anni

Bruxelles concede la proroga: «Ritardi pesanti, progetto entro il 2015». Ma detta le condizioni

di ROBERTA GIANI

TRIESTE Concede due anni di tempo in più alla Trieste-Divaccia. Conferma sino all’ultimo cent i finanziamenti complessivi, e sono più di 74 milioni di euro. Ma detta le sue condizioni vincolanti e avvisa i ”naviganti”: chi sgarra, stavolta paga.

La commissione europea salva la Tav che, nel segno di treni più veloci e più capaci, deve attraversare il Friuli Venezia Giulia, accorciando le distanze tra Venezia, Trieste e Divaccia. E la salva, spostando addirittura dal 2013 al 2015 il ”d-day” progettuale della tratta transfrontaliera, nonostante denunci nero su bianco «i pesanti ritardi».

Non è poco, anzi: la commissione, con il vicepresidente delegato ai Trasporti Siim Kallas, mette infatti sotto esame con la ”valutazione intermedia” i 92 progetti prioritari di grandi infrastrutture europee cofinanziati nell’ambito delle reti Ten-t per il periodo 2007-2013, e non fa sconti. Il 16,3% di quei 92 progetti, dove ci sono la Ronchi sud-Trieste e la Trieste-Divaccia, escono con le ossa più o meno rotte: 5 non sono ormai «credibili» e perdono completamente i confinanziamenti mentre 10 sopravvivono ma subiscono un taglio. La Torino-Lione, ad esempio, perde più di 9 milioni di euro mentre l’Europa, complessivamente, libera 311 milioni e spicci sui 5,3 miliardi investiti, impegnandosi a reimpiegarli altrove.

La Tav Venezia-Divaccia, malgrado le difficoltà, se la cava. E non soccombe alla ”prova del nove” che vive il suo epilogo in commissione Trasporti il 27 ottobre. Ma la partita non è affatto chiusa, né tantomeno vinta: Bruxelles, mentre screma, promuove, punisce e proroga ben 29 progetti «credibili» ma «in difficoltà a causa della crisi economica», sancisce un principio ferreo. Tutti i progetti, ma proprio tutti, devono rispettare gli obiettivi temporali che l’Europa, nella sua valutazione, sancisce per iscritto: «Se non li raggiungono, il finanziamento Ue deve essere ritirato e riassegnato, in modo da ottimizzare le risorse limitate di cui disponiamo» avverte, perentorio, Kallas.

Nel caso della Trieste-Divaccia, nel dettaglio, la commissione europea parte da un giudizio tutt’altro che brillante: segnala i ritardi pesanti, l’imprevista ma fredda accoglienza sul versante italiano, la cooperazione insufficiente tra i due Paesi. Al contempo, però, confermando i 50,7 milioni di confinanziamento sui 101,4 necessari ed evidentemente apprezzando l’accordo italo-sloveno firmato il 12 ottobre a Trieste, la commissione stessa non impugna la scure. Mentre concede la proroga, però, sancisce quattro condizioni tassative. La prima: la scelta dei progettisti va effettuata entro dicembre 2010 e, in questo caso, è la Slovenia a doversi muovere, giacché l’Italia ha già individuato Rfi-Italferr. La seconda: lo studio di fattibilità della Venezia-Ronchi sud, come traducono a Bruxelles, va presentato entro dicembre. La terza: il gruppo economico di interesse europeo, quello che Italia e Slovenia hanno già deciso di istituire con sede in piazza Unità, va creato entro giugno 2011. La quarta e ultima: la progettazione preliminare, con relativa approvazione ”interna”, va ultimata entro dicembre 2011.

Nella scheda ufficiale sulla Trieste-Divaccia, laddove se ne fotografa la valenza a livello comunitario e regionale, non manca una sottolineatura ”europea” non casuale: la commissione evidenzia infatti che il progetto, tra l’altro, si pone la finalità di ”catturare” i traffici dei porti di Trieste e Capodistria. Lubiana, che su quei sei chilometri di binari fa orecchie da mercante, recepirà?

Nel caso della Ronchi Sud-Trieste – la Venezia-Ronchi Sud non compare nella valutazione di ”mid-term” giacché è finanziata con un bando – Bruxelles conferma invece la scadenza tassativa del 2013 e il cofinanziamento di 24 milioni di euro sui 48 necessari. Subito dopo, evocata la nuova stazione ferroviaria che dovrebbe servire l’aeroporto di Ronchi dei Legionari, detta il suo giudizio. Assai più ”light” rispetto a quello sulla Trieste-Divaccia: il progetto è leggermente in ritardo ma, nonostante ciò, può ancora essere consegnato entro dicembre 2012. Due le condizioni da rispettare per non perdere le risorse. La prima: il progetto preliminare dev’essere definito entro dicembre 2010 e approvato entro il secondo trimestre 2011. La seconda: la procedura di valutazione d’impatto ambientale dev’essere completata entro il secondo trimestre 2011.

Tempi stretti, molto stretti. Ma Riccardo Riccardi, l’assessore regionale alle Infrastrutture, rassicura: «La valutazione positiva di Bruxelles costituisce il riconoscimento del lavoro che abbiamo svolto. E ringrazio, al riguardo, l’eurodeputato Antonio Cancian che ha difeso il nostro lavoro e i nostri interessi in commissione Trasporti. A questo punto manterremo gli obiettivi prefissati a partire dalla presentazione entro l’anno del progetto della Venezia-Ronchi sud su cui i governatori Renzo Tondo e Luca Zaia si sono impegnati il 13 ottobre». La Tav lagunare è solo il primo fronte, non l’unico. La Trieste-Divaccia è il secondo: «Entro dicembre, come previsto dall’accordo italo-sloveno, avremo un ulteriore incontro bilaterale per proseguire l’attività di progettazione» anticipa Riccardi. La corsa contro il tempo prosegue.

 

L’EURODEPUTATA PD SERRACCHIANI

«I fondi non sono blindati Prima verifica a dicembre»

TRIESTE «I due anni di proroga non sono un automatismo». Debora Serracchiani, eurodeputata del Pd che siede in commissione Trasporti, lancia ancora una volta l’avvertimento. La battaglia pro-Tav è tutt’altro che vinta a Nordest: «Si devono rispettare le condizioni dettate dalla commissione europea che verificherà l’effettivo progresso dei lavori, il completamento e l’approvazione degli studi di fattibilità entro il 2010 e la costituzione entro il 2011 di un gruppo di interesse economico nella sezione italo-slovena, cui parteciperà anche la commissione». Certo, e l’eurodeputata lo sottolinea, la verifica di ”mid-term” offre un’opportunità: «Quella di recuperare il tempo perduto, ma non ci verranno fatti sconti. Inoltre, sul fronte dei rapporti italo-sloveni, occorre un lavoro attento, continuo e sinergico affinché gli interessi italiani trovino adeguato ascolto nelle sedi europee». Il governo nazionale, quindi, si dia da fare: «Il suo ruolo è cruciale per l’azione che saprà perseguire attraverso gli alti funzionari italiani a Bruxelles mentre spetta alla Regione far giungere al governo la cognizione esatta delle criticità del nostro territorio».

 

L’EURODEPUTATO PDL CANCIAN

«Segnale positivo dalla Ue Ma non possiamo sforare»

TRIESTE «Credo molto alla realizzazione del corridoio V, il ”pp6”, verso Est. Ma ora le promesse vanno mantenute». Antonio Cancian, eurodeputato del Pdl che siede in commissione Trasporti, difende e ”spinge” da tempo la Tav. E l’ha fatto anche il 27 ottobre quando, in commissione, il vicepresidente della Ue Siim Kallas e i coordinatori europei hanno messo sotto esame 92 progetti. È andata bene: «La conferma del cofinanziamento alle tratte Venezia-Ronchi sud e Trieste-Divaccia rappresenta un segnale importante. La commissione ha valutato positivamente il piano di realizzazione degli studi. La proroga alla Trieste-Divaccia? Le tratte transfrontaliere sono le più difficili da realizzare e, dunque, va riconosciuto l’impegno dei due Stati e delle Regioni coinvolte». Adesso, però, nessuno può dormire sugli allori: «Le condizioni poste per mantenere il cofinanziamento sono stringenti e precise. E le responsabilità sono in capo alle amministrazioni regionali e al ministero. Ma a questo proposito, per il lato nazionale della tratta, credo che il lavoro svolto finora stia dando i suoi frutti: le amministrazioni si sono impegnate a chiudere la progettazione preliminare entro il 2010».