I Limoni mutanti di terzigno

I limoni mutanti di Terzigno

 

Frutti da discarica I limoni deformi di Terzigno

 

17:50 CRONACHE Dopo le mele e le pere, gli abitanti della zona hanno fotografato gli agrumi che crescono accanto ai rifiuti

 

Se questo è un limone: gli agrumi
orribili di Terzigno in laboratorio

L’allarme degli oncologi: i medici di base organizzano
un registro tumori autonomo. Maxidenuncia in Procura

 

NAPOLI – Gli alberi vesuviani stanno regalando una frutta così deforme che nemmeno Francis Bacon avrebbe potuto fare di meglio, alchimie della terra intrisa di veleni – si teme – che scompongono le regole di madre Natura fino a ridisegnare volumi e geometrie dei suoi prodotti, cresciuti come ammorbati o addirittura irriconoscibili. «Se questo è un limone..», dice, sconsolata, una avvocatessa dei comitati antidiscarica di Terzigno, Maria Rosaria Esposito, pubblicando sul web le foto di un qualcosa che somiglia vagamente al frutto, colto a due passi di casa, dall’albero del giardino di sua madre. Il limone fa il paio con le mele col morbillo o le pere raggrumate come da un virus, tenacemente mostrate da un anziano contadino di Terzigno ad ogni telecamera incontrata sul suo cammino. Ma in particolare è questo limone che a guardarlo fa pensare che proprio non riusciva a crescere come si deve, ci riesce magari il granone accanto alle discariche di Giugliano, ma questo frutto è venuto su dilaniato o con un suo equilibrio orribile come le capre di Acerra deformate dalla diossina, come quei piccoli vietnamiti bombardati con armi pure contenti diossine quarant’anni fa,e fa pensare a Chernobyl, alle deformità provocate dalla radioattività.

Scrive sul suo blog la rappresentante legale dei comitati di Terzigno, Esposito: «Viene spontaneo pensare al libro di Primo Levi, guardando un aborto di agrume che niente più ha della forma e del profumo di un limone.

 

Frutta deforme a Terzigno

  • Un limone deforme raccolto in un giardino a Terzigno, in provincia di Napoli
  • Mele raccolte a Terzigno

E’ nato a Terzigno, in una strada qualsiasi, al civico 29, io abito al 31. La prova inconfutabile e terribile della natura che si ribella, che non accetta compromessi, non si fa comprare dal vile denaro, cerca di sopravvivere al suo nemico. L’uomo”. E con l’osservazione del povero limone è finito ieri notte un convegno organizzato nella sala consiliare del Comune vesuviano con l’Isde, l’associazione Medici per l’Ambiente, sulle malattie da inquinamento.

Qui Giuseppe Comella, primario oncologo a capo dell’Istituto nazionale dei tumori di Napoli, ha comunicato la volontà dei medici di base di Boscoreale, Trecase e Boscotrecase di monitorare autonomamente – non essendo stato ancora attivato alcun registro dei tumori per questo ambito territoriale – le patologie in aumento nei propri pazienti ed in particolare nei residenti in prossimità della discarica ex Sari per poi raccogliere i dati in un’unica relazione. L’avvocato Vittoria Operato, consigliere dell’Isde, ha fornito delle indicazioni importanti spiegando che Terzigno dovrebbe essere invece servita da un registro dei tumori della Asl Na 4 i cui dati, però, sono fermi al 31.12.2007 “oltre ad essere incompleti, nonostante siano stati stanziati contributi regionali per il monitoraggio”. “Con i dati”, spiega Operato , “sarà possibile quantizzare e qualificare cosa sta succedendo a chi a convive con sostanze che avvelenano l’ambiente e la vita”. Quindi Antonio Marfella, oncologo e tossicologo, ha ricordato quali e quanti veleni si trovano su tutto il territorio della Campania, che “tuttora importa tonnellate di rifiuti industriali, che vengono allegramente smaltiti con quelli urbani”.

Infine, i cittadini vesuviani stanno raccogliendo firme su una maxi-denuncia contro tutte le istituzioni preposte alla tutela della salute per “condotta omissiva” rispetto alle analisi delle falde acquifere a ridosso della discarica ex Sari, protocollate già nel luglio scorso – ma i pozzi sono stati vietati con ordinanza sindacale soltanto dieci giorni fa – che rivelano concentrazioni abnormi di metalli pesanti e Pcb diossino simili nonché di cadmio e zinco in misure anche maggiori dei riscontri per gli stessi minerali nel percolato della discarica. Il protocollo ad uso delle autorità è di luglio ma i campionamenti risalgono al periodo ottobre 2009-maggio 2010. Sotto la Sari dell’emergenza del 2007 c’era un’altra Sari che ha ospitato già senza alcuna impermeabilizzazione rifiuti tossici dal ’96. E non è la sola discarica tossica in zona. Ieri i carabinieri ne hanno sequestrata una con cataste di Eternit in frantumi e carcasse di frigoriferi e copertoni che conviveva tranquillamente con un noccioleto, le nocciole sono una specialità di queste terre. Un fondo agricolo adibito a discarica abusiva in via Borgo Mauro, duemila metri quadri ingombri di rifiuti tossici. Il proprietario, un uomo di 46anni, è stato segnalato all’autorità giudiziaria per attività di gestione rifiuti non autorizzata. E il povero limone? “In questo momento ¬ dice l’avvocato Maria Rosaria Esposito – è sul lettino di un biologo universitario, che gli starà imponendo una qualche tortura per capire come diamine si sia trasformato in un mostro. Chiedo scusa, il limone è una vittima, i mostri sono gli uomini che ci hanno ridotti così e quelli che non vogliono capire e non vogliono vedere”.

Luca Marconi

Corriere della Sera 04 novembre 2010