SCUOLA/ Verso lo sciopero degli studenti dell’8 ottobre

La scuola riprende a muoversi.  Dopo la manifestazione del 22 settembre degli insegnanti autoconvocati,  per l’8 ottobre è previsto lo sciopero degli studenti.

Intanto pubblichiamo un contributo di valutazione su come si stanno muovendo le cose ad Udine.

 

LA PROTESTA NELLE SCUOLE,  IL MESSAGGERO VENETO E I DIRITTI SINDACALI
La mobilitazione nelle scuole e nelle università contro la “riforma” Gelmini cresce. È un dato politico importante. È però interessante vedere come questi eventi vengano letti dalla stampa, in particolare locale.
Il Messaggero Veneto dedicava, il 23 settembre, due colonnine all’happening dei “duecento” docenti autoconvocati (la valutazione numerica è dello stesso MV) e una buona metà dell’articolo era dedicata all’intervento del Sindaco e alla passerella delle altre “celebrità” presenti.

Il 30 settembre lo stesso quotidiano dedica alla protesta in piazza di alcune “decine di insegnanti” della CGIL (le cifre sono del MV, non nostre) uno spazio più che doppio con richiamo in prima pagina.
Dallo stesso quotidiano veniamo a sapere di “affollate assemblee” in orario di lavoro tenute dal sindacato autonomo Gilda e dalla CGIL (in quest’ultima ha imperversato l’onnipresente Honsell).

Nessuno si preoccupa però ovviamente di ricordare che a partire dal “decreto anticobas” del 1997 (fortemente voluto da CGIL CISL UIL) non solo la possibilità di ricorrere all’arma dello sciopero è stata fortemente limitata nel pubblico impiego ma lo stesso diritto di indire assemblee in orario di lavoro è stato riservato ai soli “sindacati maggiormente rappresentativi” (ovvero le stesse CGIL CISL UIL più pochi altri fortunati) sottraendole così alle organizzazioni sindacali di base.
Inoltre il diritto di indire un’assemblea non appartiene ai lavoratori ma, per legge, è un diritto “del sindacato”: neppure il 100 % dei lavoratori di un’impresa ha il “diritto” di indire un’assemblea.
Conclusioni: il confronto sindacale è bello, l’importante e che gli interlocutori (e possibilmente anche le conclusioni) siano già stati predefiniti dall’alto…

Mauro

——————————————————————

MV GIOVEDÌ, 30 SETTEMBRE 2010
udine_03
Pagina 3 – Udine

Solidarietà con tutti i lavoratori, a partire dai metalmeccanici

Striscioni e vuvuzelas, insegnanti in piazza

767
Protesta contro il precariato e l’impoverimento dell’istruzione pubblica

L’OBIETTIVO

SCUOLAx

In mattinata un’affollata riunione degli iscritti Cgil al Palamostre La segretaria provinciale Gallo: «Il nostro volontariato è finito»

768

Scuola, università e ricerca: insegnanti ieri in trincea al suono delle vuvuzelas. Protestano contro il precariato e l’impoverimento dell’istruzione. Prima un’affollata riunione degli iscritti alla Cgil, al Palamostre, ha sancito l’unione delle tre realtà e il prossimo passo sarà quello di coinvolgere anche l’opinione pubblica. Nel pomeriggio, invece, manifestazione in piazza Matteotti con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione. Decine di insegnanti con striscioni, fischietti e le famose vuvuzelas, le assordanti “trombette” dei mondiali di calcio in Sudafrica.
La protesta in centro è avvenuta con “flash mob” informativi: tutti immobili per tre minuti al suono delle vuvuzelas e poi immersi nella folla a spiegare le motivazioni dell’iniziativa. La moda arriva da oltre oceano, ma gli insegnanti hanno saputo coniugarla a un messaggio spiegato all’interno dei “fiori della Costituzione”, piccoli doni con allegato un messaggio di Pietro Calamandrei, membro dell’assemblea Costituente e gli articoli della Costituzione riguardanti la scuola e il diritto allo studio.
La manovra d’azione proposta dagli insegnanti è semplice. «Limitare i nostri compiti al contratto di lavoro nazionale – ha spiegato Franca Gallo, segretario provinciale Flc  Cgil -. Basta con le ore di supplenza non retribuite, basta con gli spezzoni orari e basta con le visite d’istruzione. Il volontariato è finito». Fondamentali, in questo processo, saranno le riunioni dei collegi docenti in programma nelle prossime settimane. «È quella la sede di confronto con i colleghi per cercare di fare emergere il disagio», ha proseguito Gallo.
Il prossimo passo è la solidarietà con tutti i lavoratori, iniziando dai metalmeccanici: «Il 16 ottobre a Roma gli operai Fiat manifesteranno per difendere il posto di lavoro – ha sottolineato Gabriele Donato, portavoce del Coordinamento precari della provincia di Udine -, dovremmo essere al loro fianco. Dimostriamo ai genitori e ai dirigenti che se le cose funzionano, lo fanno soltanto per la nostra buona volontà. Ma ora è finita». Grande applauso della sala. «È importante parlare con i genitori – ha continuato Silvia, insegnante di ruolo al liceo scientifico Magrini di Gemona – per fare capire quello che succede. Sono mamma di tre studenti e grazie al lavoro dei colleghi, fino a ora non mi sono accorta dei tagli». E un’assenza ha fatto molto rumore: «Mancano i dirigenti – ha evidenziato l’insegnante di Gemona -. Dovrebbero comprendere che questa è una battaglia comune». Il precariato nel mondo della scuola tocca il 25 per cento del personale docente, percentuale che sale negli atenei. «Nel 35 per cento dei casi a insegnare sono i ricercatori – ha detto Fabiano Miceli, ricercatore del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali –. Dal 1980 questa figura sta attendendo il riconoscimento dello status giuridico. E molti, dagli anni Novanta, fanno i professori di fatto, ma senza il riconoscimento della professionalità. E il modello Gelmini non risolve la situazione, anzi, la peggiora vanificando il lavoro di anni».
Preoccupato per la qualità della scuola friulana, anche il sindaco Honsell ha preso la parola durante la riunione al Palamostre: «Tutti i cittadini si devono rendere conto che la scuola sta subendo un attentato. A sollevarsi non deve essere soltanto il popolo della scuola, ma tutti i friulani e gli italiani. La scuola friulana è eccellente e dovrebbe essere presa da modello al ministero. Invece, ogni giorno, vedo azioni che vanno nel senso opposto». Intervenuti al dibattito anche l’assessore all’istruzione Kristian Franzil e il consigliere delegato del sindaco alle problematiche nelle scuole, Gregorio Torretta. Intanto sono già stati distribuiti 30 mila volantini nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro per intercettare soprattutto i genitori e per sensibilizzare il maggior numero di cittadini ai problemi sopraggiunti con l’applicazione della riforma Gelmini.
Michela Zanutto