TAF sta per Treni ad Alta Frequentazione e, aggiungeremmo, a bassa manutenzione
14 settembre 2010 CORRIERE DEL VENETO
Venezia, servizi fuori uso sui treni «Impossibile andare in bagno»
Problemi sui convogli regionali utilizzati dai pendolari, in particolare i Taf (a due piani) e i Vivalto. Lettera di protesta alla Ferrovie
Un treno regionale ad alta frequentazione (Taf). Archivio
VENEZIA — Nel 2010, sulla linea Venezia-Milano, una delle tratte più trafficate e strategiche d’Italia parte del corridoio europeo numero 5, circolano treni del tutto privi di servizi igienici. Bagni fuori servizio, con porte sbarrate in ogni vagone: facile immaginare cosa possa succedere a bordo delle vetture se qualcuno si dovesse sentir male o dovesse avere problemi intestinali. Alla notizia, appresa da fonti sindacali, Trenitalia non ha fornito fino ad ora alcun commento ufficiale. A manifestare queste «criticità», come le chiamano in gergo burocratico gli addetti ai lavori, non sono chiaramente i costosi Eurostar e Eurostar City (un Freccia Bianca da Venezia a Milano in seconda classe costa 30 euro), fiore all’occhiello dell’offerta di Trenitalia. Ma i vecchi treni regionali, che fermano in tutte (o quasi) le stazioni, frequentatissimi dai pendolari e non solo, anche perché i biglietti costano un terzo. Ora si scopre che talvolta, a insaputa dei passeggeri, il bagno non è compreso nel prezzo: e accade nel ricco Nord Est, non in zone disagiate del Terzo mondo.
Oltre che ai viaggiatori, l’assenza di servizi igienici sui treni pone non pochi problemi al personale ferroviario. Alcuni di questi sono evidenziati in una lettera che il segretario regionale della Fit-Cisl Claudio Capozucca ha inviato ai responsabili del Trasporto Regionale Veneto. Il sindacalista scrive di essere venuto a conoscenza «di numerosi episodi in cui i servizi igienici a bordo treno erano tutti fuori servizio». Si tratterebbe, in particolare, dei cosiddetti «Taf» (treni alta frequentazione), quelli con i vagoni a due piani, che hanno due bagni, uno in testa e uno in coda, e dei Vivalto, che hanno quattro o cinque vetture dotate ciascuna di un bagno. Meno problemi dà il Minuetto, treno di un solo vagone, non tanto perché il bagno sia sempre in funzione quanto perché viene utilizzato di solito su linee a bassa frequentazione. «Da parte del personale è stata fatta regolare segnalazione sia ai responsabili dell’impianto che alla SOR (Sala Operativa Regionale, ndr) – si legge ancora nella lettera – i quali hanno ribadito, verbalmente, che il servizio, in ogni caso, doveva essere assicurato e questo senza prendere alcun provvedimento in merito». Di quale tipo di provvedimenti si sta parlando? A sentire alcuni ferrovieri, che accettano di parlare sotto garanzia dell’anonimato, treni in circolazione senza servizi non sono una novità. Ma quando capitava di trovarsi in situazioni simili, in passato, ci si è sempre arrangiati all’«italiana ».
Ad esempio, si faceva in modo, in casi di urgenza, di far scendere i passeggeri «bisognosi» in una stazione intermedia, di modo che questi potessero usufruire dei servizi igienici a terra. Il treno, immancabilmente, accumulava minuti di ritardo, che potevano però essere giustificati dal capotreno nel verbale. Una prassi che ora non sarebbe più tollerata. Anzi, i ferrovieri che dovessero assumersi la responsabilità di far ritardare il treno per consentire l’utilizzo dei servizi ai passeggeri in stazione, verrebbero sanzionati. I condizionali sono d’obbligo, perché non ci sarebbe – al momento – nessuna comunicazione scritta che istruisce i ferrovieri su come comportarsi nei casi in cui i bagni del treno siano tutti fuori uso. Non a caso, la Cisl chiede di «specificare, in maniera esaustiva, i comportamenti che deve assumere il personale di fronte alla succitata criticità». Il personale si troverebbe infatti a dover operare in una sorta di limbo, stretto tra le richieste legittime dei passeggeri e le pressioni dei superiori di procedere come se nulla fosse. Per questo, in attesa di una risposta, la Cisl diffida la società ferroviaria dal «continuare a mettere in atto indebite sollecitazioni» nei confronti del personale. La battaglia dei bagni è solo all’inizio.
Alessio Corazza
14 settembre 2010