Bagnaria No Tav/ Rassegna stampa Il Piccolo

GIOVEDÌ, 02 SETTEMBRE 2010 Pagina 11 – Gorizia e Regione

Trivellazioni a Castions, protesta No-Tav

Carotaggi senza autorizzazione in un campo privato. Lo stop dopo l’arrivo dei carabinieri

BAGNARIA Si riaccende la protesta contro la Tav. Ieri i manifestanti sono tornati ad alzare la voce. Bandiere alla mano, si sono ritrovati in aperta campagna di prima mattina, nella frazione di Castions delle Mura di Bagnaria Arsa. Erano da poco passate le 8, quando, in venti, hanno inscenato un picchetto contro il progetto dell’Alta velocità, che sarebbe tutt’altro che fermo. Almeno a giudicare dalle opere di carotaggio iniziate in sordina, in un campo privato di Castions, in un terreno vicino a dove, di recente, sono affiorati reperti di età preromanica.
Qualche giorno fa sono iniziate le campionature del terreno, condotte da Rct, azienda milanese che si occupa di rilevazioni geologiche per conto di Italfer. Nessuno lo sapeva. Nemmeno i proprietari, che hanno affermato di non aver ricevuto avvisi. Da qui la protesta, che nel giro di poche ore ha portato gli operai, guidati dal geologo Sebastiano Caruso, a smantellare il cantiere. Il dietrofront è giunto dopo l’intervento del comandante dei carabinieri di Torviscosa, Andrea Zomero, chiamato sia dagli operai sia dai proprietari. Ad accorgersi dell’inizio dei lavori, qualche giorno fa, erano stati gli stessi proprietari, la famiglia Costantini Scala di Bagnaria Arsa, che lì gestisce un’azienda agricola.
«Nessuno mi ha chiesto un’autorizzazione ufficiale per l’avvio dei lavori», insorge Quirico Costantini Scala. «É un terreno coltivato a prato stabile che gode di un contributo della Ue, proprio perché, per legge, si taglia l’erba solo una volta all’anno. Queste operazioni – continua il figlio Carlo – potrebbero compromettere i contributi. Per questo chiederò alla ditta il risarcimento dei danni. Anche perché sono contrario alla Tav: porterebbe solo un danno alle aziende locali, che vivono per il rispetto dell’ambiente, nonostante la tendenza attuale, interessata solo a cementificazione e culture intensive». Ed è proprio questo il punto su cui si scaldano i No Tav, Paolo De Toni in testa: «Questa operazione è una forzatura da parte della Regione, fatta per non perdere i 52milioni di euro stanziati dalla Comunità europea, che verranno confermati entro il 31 dicembre, solo se verrà completato il progetto preliminare. Ma se il Veneto insiste sul tracciato verso il litorale, e il Friuli Venezia Giulia lo vuole lungo l’autostrada, dove si incontreranno le due linee? É un’operazione clandestina, fatta per dimostrare all’Europa che il progetto va avanti. L’assessore regionale Riccardi deve delle spiegazioni». Il consigliere regionale del Prci Roberto Antonaz annuncia un’interrogazione, bollando il carotaggio come «un’iniziativa scriteriata, visto che la giunta Tondo ha recentemente ribadito che il percorso definitivo dell’eventuale Tav deve ancora essere deciso: se la Regione ne era al corrente ci troveremmo di fronte a uno spreco di denaro pubblico sul quale dovrebbe indagare la Corte dei Conti».
«Chi fa queste operazioni non deve avvisare la Regione – replica l’assessore Riccardo Riccardi -, ma i proprietari. Farò le opportune verifiche, per chiarire se l’azienda ha operato senza l’autorizzazione dei privati. Se così fosse, sarebbe un fatto grave e da stigmatizzare».
Elena Placitelli