MV 25 agosto
Sono 55 le persone indagate
per il blitz contro gli Ogm
PORDENONE. Una pioggia di denunce annunciate. Sono 55 gli indagati dalla Procura di Pordenone per il blitz del 9 agosto scorso al campo di Vivaro. I rischi? Il carcere o ammende salate. Rischi che qualcuno corre più di altri visto che alcuni dei no global identificati avevano partecipato anche all’incursione nella sede di Agricoltori federati lo scorso 30 aprile.
E mentre la Procura non ha ancora trasmesso al Gip la richiesta di procedere nei confronti della semina illegale chiedendo la distruzione del campo di Fanna, l’intera vicenda degli Ogm è finita sul New York Times con i suoi protagonisti: da Giorgio Fidenato (indagato per la semina illegale) a Luca Tornatore, leader dei disobbedienti, da Giancarlo Galan, attuale ministro all’A gricoltura, a Luca Zaia, ex ministro. E gli americani giudicano la gestione della vicenda Ogm, da parte dell’Italia, “kafkaesque”, ovvero kafkiana.
I no global che hanno distrutto il campo di Vivaro in cui Giorgio Fidenato ha seminato mais transgenico sono stati tutti identificati. Di più, la Procura (pm Daniela Bartolucci) ora li indaga per mancato avviso di pubblica riunione (articolo 18 del testo unico della legge di pubblica sicurezza), invasione di terreni (633 codice penale), violazione pubblica della custodia di cose (351) e violazione di sigilli (349).
I disobbedienti, quasi tutti veneti (per lo più residenti nelle province di Venezia e Padova), sono entrati nel campo sotto sequestro senza preannunciare alcuna azione e lo hanno raso al suolo con la sola forza dei piedi. Le forze dell’ordine, sopraggiunte ad azione ormai ultimata, hanno però raccolto le generalità degli attivisti – che hanno sempre rivendicato il fatto di aver agito alla luce del sole – e provveduto a identificarli. Il resto sarà la magistratura a deciderlo.
Dalla semina illegale al blitz dei no global, la vicenda Ogm arriva oltre oceano. A firma Elisabeth Rosenthal, il
New York Times ha ricostruito la vicenda di Vivaro e messo in evidenza le contraddizioni. L’Italia, secondo la giornalista, ha portato avanti «un processo di approvazione kafkiano in cui il ministero dell’Agricoltura non ha mai stabilito i requisiti» per arrivare a un risultato. Questo, secondo il New York Times, ha bloccato sul nascere le colture geneticamente modificate.
Nel rilevare come non ci siano vincitori certi, visto che sia Fidenato sia i no global rischiano «il carcere o buone notizie», il New York Times non manca di sottolineare anche lo scontro politico in atto citando il ministro Giancarlo Galan che ha definito i no global «vandali» e l’ex ministro Luca Zaia che si è schierato dalla loro parte.