Sequestro CSA/ Rassegna stampa 12 dicembre/ Messaggero Veneto

MV SABATO, 12 DICEMBRE 2009

Pagina 2 – Udine
L’assessore Franzil: potrebbero restare in via Scalo nuovo pagando l’affitto
«Non hanno mai creato problemi»

Il Comune difende il Centro sociale: troveremo soluzioni per la sede

IL SINDACO

di LUANA DE FRANCISCO

Non ci erano riusciti tre anni fa, quando il Centro sociale autogestito finì per optare per l’occupazione della palazzina di via Scalo nuovo, ci riprovano adesso, con una proposta che, nelle aspettative del Comune, punta a regolarizzare i rapporti con le Ferrovie dello Stato, proprietarie dell’immobile, e a lasciare gli anarchici dove sono. Come? Semplicemente, favorendo la formalizzazione di un contratto d’affitto. Non prima, però, che la magistratura decida di fare togliere i sigilli apposti giovedì dai carabinieri per occupazione abusiva di edificio.

Il giorno dopo il sequestro preventivo di quella che, dal 2 giugno 2006, era diventata la sede del Csa, è il Comune a scendere direttamente in campo e a proporsi in qualità di mediatore tra occupanti e proprietà. E lo fa, partendo da due indispensabili premesse. Primo: «I luoghi di aggregazione cittadina, Csa compreso – ha affermato il sindaco Furio Honsell – sono un elemento molto importante per la nostra amministrazione». Secondo: «In tanti anni di esistenza e, ancor di più, dopo lo sgombero dalle “casette” di via Volturno – continua Honsell –, non mi sembra che il Centro sociale autogestito abbia mai dato problemi nè alla cittadinaza, nè tanto meno all’amministrazione comunale». Da qui, l’impegno a trovare una soluzione definitiva e concordata per la sede. «La nostra proposta – ha spiegato l’assessore alle Politiche giovanili, Kristian Franzil – è di cercare di regolarizzare la presenza del Csa nell’edificio di via Scalo nuovo, trasformando la brutta esperienza dello sgombero in un’opportunità di crescita. L’idea, in altre parole, è di verificare la disponibilità di Ferrovie dello Stato ad arrivare a un compromesso che permetta ai frequentatori del Centro sociale di restare nella palazzina pagando un affitto».
Ben diversi, intanto, i toni adoperati dagli stessi rappresentanti del Csa, per commentare il sequestro. «Un atto di inaudita gravità – lo hanno definito –, compiuto dai carabinieri approfittando della riunione del Movimento studentesco, per intimidire gli studenti che si trovavano nei locali e che ora sono riconvocati in caserma per accertamenti». Secondo gli occupanti, «carabinieri e magistratura vogliono apparire i primi della classe nel clima di pesante repressione in atto in Italia. É fin troppo chiara – continuano – la volontà politica di chiudere la bocca a uno spazio che da anni lotta per una nuova cultura autogestita». Contestata anche l’origine del provvedimento. «Le Ferrovie – è stato ribadito – non hanno mai richiesto alcun sequestro».
Reazioni contrastanti anche negli ambienti politici. Con Alessandro Oria, consigliere comunale del Pd, che ha espresso «solidarietà al Csa e una forte preoccupazione per la morsa che si sta stringendo sul Friuli, per restringere gli spazi di libertà e appiattire l’orizzonte di tutti». E con Massimo Blasoni, consigliere regionale del Pdl, secondo il quale, invece, «con lo sgombero è stata ripristinata la legalità. Ci sono molte associazioni, spesso meritorie e attive nel campo del volontariato – ha detto – che non hanno una sede o faticano a trovarla. Non si capisce perchè dovremmo accettare che qualcuno possa violare ogni legge di convivenza civile, occupando spazi non suoi».