LA GAIA TERRA

NO ALLE DENUNCE. SI AL RIPRISTINO DELL’AGRICOLTURA NATURALE, CONTRO GLI ABUSI DEI SINGOLI, GLI INTERESSI DELLE MULTINAZIONALI E LA LEGALITA’ DELLO STATO.
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Ottima azione, ma troppo mediatica, con pochi contenuti e troppa confusione.  Peraltro non possiamo certo permettere che la nostra difesa della natura si confonda con quella di Zaia. Noi vogliamo la Gaia Terra e non la “Zaia Terra”. Inoltre non si tratta di difesa della legalità giuridica. Questo è un terreno perdente e demenziale e non solo perché alla fin fine la legalità giuridica è sempre dalla parte del sistema di dominio, come mostrano le immediate denunce (e alcuni capi di imputazione sono anche gravi), ma perché non si fa chiarezza ontologica, cosa che, nella situazione attuale, alla resa dei conti con la catastrofe ecologica in atto, è una precondizione se si vuole che un nuovo movimento eco-politico si faccia strada; questa è l’ultima occasione.

Commento a cura del Gruppo “Ecologia Sociale”

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MV 11 agosto

MERCOLEDÌ, 11 AGOSTO 2010 Pagina 3 – Pordenone

«La nostra proposta è l’agricoltura sinergica e di elevata qualità»

L’alternativa
«Stop agli Ogm: la nostra arma è l’agricoltura sinergica». Silvano Lapietra, fondatore della prima orto-comunità di Pordenone, è sceso in campo contro Futuragra e le coltivazioni di mais transgenico. «Ci battiamo sul campo con l’agricoltura sinergica, che torna alla natura incontaminata – ha detto Lapietra con una cinquantina di soci di “Prima Vera” che hanno aperto il laboratorio agrario nei campi pordenonesi -. Appoggiamo la tutela della biodiversità e dell’agricoltura di qualità contro gli Ogm. La situazione, nel Pordenonese sta degenerando».
Contro l’agricoltura transgenica il fronte anti-Ogm (organismi geneticamente modificati) della prima azienda agricola di comunità Modo di Pordenone, raccoglie i primi frutti e li mette in mostra. Gioielli a chilometri zero e costi al minimo. «Pomodori, zucchine, cetrioli, insalate, melanzane, biete, rape e poi angurie e meloni – è il raccolto estivo di Lapietra impegnato no-stop sui campi -. Ci lavoriamo a tempo pieno in tre, per una cinquantina di soci. Nel primo step di stagione siamo riusciti a recuperare 2 mila euro e le spese iniziali investite nell’orto: l’avvio 2010 è stato molto positivo».
Tecniche di coltivazione sinergica, per mettere in campo la bio-agricoltura. «I nostri campi sono un laboratorio sperimentale di tecniche naturali, che rispettano il terreno e ritmi di crescita – ha continuato Lapietra -. Cerchiamo di intervenire al minimo, ispirati dagli studi del giapponese Fukuoka nell’area Le Torrate. Il nostro progetto piace molto e tanti chiedono di partecipare e allargare l’associazione. Vedremo».
Associarsi costa 40 euro al mese e il carrello di frutta e verdura si riempie a volontà, per 30 giorni. L’offerta permette ai soci i costi abbattuti del cibo-bio su larga scala. Partita in sordina l’estate scorsa a Vallenoncello, l’associazione Modo ha allargato l’agro-progetto acquistando 8 mila metri quadri di terreno a Cordenons. Il raccolto estivo è stato programmato nel Sanvitese, con successo e soluzioni creative.
L’associazione è aperta ai contatti sul web all’indirizzo associazionemodo@libero.it e per aderire alla comunità di auto-consumo si può telefonare al 3389332353. (c.b.)

 

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MERCOLEDÌ, 11 AGOSTO 2010

Pagina 3 – Attualità

Il Pd: governo e Regione debbono muoversi Il Pdl: rispettare le regole

Blitz anti-ogm in Fvg, scattano le denunce

Inchiesta della Procura di Pordenone. Interviene il Codacons. Fidenato contro Zaia e Violino

APPELLI TRASVERSALI

Le reazioni dopo la distruzione del campo di mais coltivato a Vivaro

PORDENONE. Una guerra a suon di denunce. La procura si prepara a denunciare i 60 disobbedienti per la devastazione del campo sequestrato a Vivaro nell’ambito dell’inchiesta degli ogm. Il Codacons denuncia il conduttore del campo, Giorgio Fidenato, leader di Agricoltori federati. E ancora, Fidenato è pronto a denunciare tutti i politici – da Luca Zaia a Claudio Violino – che hanno parlato di contaminazione. Il sipario sul caso degli ogm in Friuli non pare destinato a calare.
Il blitz dei no global ha alzato i toni dello scontro giudiziario e politico.
Le denunce. Il presidente nazionale del Codacons, Carlo Rienzi ha detto che «quel campo rappresentava una pesante illegalità, pertanto chi l’ha distrutto ha solamente ristabilito la legalità e quindi non è punibile». Ma a valutare questo sarà la magistratura visto che i 60 no global saranno iscritti nel registro degli indagati come già toccato agli attivisti di Greenpeace, i primi a violare i campi “presunti” ogm (l’ufficialità, almeno da parte della magistratura, ancora non c’è). Ma le accuse formulate dalla magistratura sono solo un capitolo di questa vicenda. Ci sono poi le accuse politiche.
Centrosinistra. «In tema di colture ogm abbiamo almeno due certezze: che non le vogliamo in Friuli Venezia Giulia e che il governo finora se n’è lavato le mani», attacca il segretario regionale del Pd, Debora Serracchiani. Dalla Commissione europea, l’ultima raccomandazione, è arrivata «meno di un mese fa e permette agli Stati membri di autorizzare, restringere o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati entro i propri confini; così come permette di escludere la coltivazione di ogm da vaste zone del loro territorio nazionale. Ce n’è abbastanza perché il Governo e la Regione decidano di cominciare a muoversi». Aggiunge il capogruppo in consiglio regionale Gianfranco Moretton: quanto accaduto «ci preoccupa e deve preoccupare tutti quelli che hanno responsabilità in merito poiché ancora la conoscenza scientifica non consente di fornire garanzia assoluta su questo tipo di prodotto. E noi non vogliamo essere cavie inconsapevoli di una scelta che ha più il sapore di speculazione che di sperimentazione. Mi auguro, pertanto che il presidente Tondo e l’assessore regionale all’agricoltura possano a breve dare rassicurazioni in merito accompagnate da provvedimenti e scelte dirette esclusivamente alla tutela e salute dei cittadini». Per il consigliere di Idv Enio Agnola «deve prevalere ancora il principio di precauzione a favore della salute dei cittadini e il compito della politica regionale è quello di tutelare la nostra agricoltura rispetto agli interessi delle multinazionali che stanno dietro le politiche delle coltivazioni geneticamente modificate. Non esistono le condizioni per inserire nella nostra provincia tali coltivazioni in quanto l’assenza di rischi per ambiente e coltivazioni tradizionali è ancora tutta da verificare».
Il centrodestra. Il senatore Ferruccio Saro formula un appello trasversale in modo che «si ripristini quanto prima il rispetto delle normative e si attendano i pronunciamenti degli organi competenti, evitando di condurre lo scontro a livelli insostenibili. I campi oggetto del blitz dei no global erano posti sottosequestro dalla magistratura: bisognava attendere l’esito delle indagini. Anticipare con gesti eclatanti il corso degli accertamenti non è di certo un segno di civiltà, né di democrazia. Ognuno può far valere le proprie idee legalmente e senza calpestare lo Stato di diritto». Per il coordinatore regionale del Pdl del Fvg, Isidoro Gottardo, «più che mai sugli ogm servono regole generali fatte rispettare e non piccole patrie dove ognuno si regola come crede».
«Prendiamo atto che Luca Zaia è il neo ministro dei No-global», ha affermato il deputato Angelo Compagnon, coordinatore Udc del Friuli Venezia-Giulia. «Il blitz è un fatto grave. E che il presidente di una Regione, invece di stigmatizzare l’episodio, esprima addirittura apprezzamenti per un’azione illegale – secondo Compagnon – è inaudito».
Confagricoltura. Apre alla sperimentazione Confagricoltura Fvg: «Abbiamo sempre proposto di partire con ricerca e sperimentazione, meglio se pubblica, che sola può dare risposte precise agli agricoltori e ai consumatori. A nostro avviso – dice il presidente Giorgio Colutta – aprire il discorso ogm significa anche garantire la coesistenza tra coltivazioni ogm, tradizionali e biologiche, nel pieno rispetto della legalità».
Martina Milia

 

 

 

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MERCOLEDÌ, 11 AGOSTO 2010

Pagina 3 – Attualità

La Lega: subito la moratoria totale, Galan prenda posizione

Polemica nel centro-destra

di MICHELE FONTANA

UDINE. Sempre d’immobili si tratta. Ma se il presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, è nel mirino di Pdl e Lega per la casa di Montecarlo ereditata da An, la gogna politica del ministro dell’Agricoltura, Giancarlo Galan, Pdl ex Fi, si materializza in un campo del Pordenonese che potrebbe essere stato coltivato con semi geneticamente modificati. E qui l’attacco è a dir poco trasversale.
Ambiguità, inerzia, caos sulla questione degli ogm. Le accuse più pesanti all’ex governatore veneto (tacciato di comportarsi come Ponzio Pilato da Debora Serracchiani, europarlamentare e responsabile del Pd in Fvg) non piovono soltanto da prevedibili rivali politici. Anzi. Le frecce più avvelenate sono scoccate da archi istituzionali del centro-destra, da Roma a Trieste. E non soltanto dal Carroccio del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, e dell’assessore friulano Claudio Violino. Il ritornello è «tante chiacchiere e nessuna conclusione, politica o giuridica», tanto per non escludere dal ragionamento i meccanismi della magistratura. A sostenerlo è anche il presidente di Confeuro, Rocco Tiso, dopo il blitz dei no global nel campo di Vivaro, seminato con presunto mais biotech e raso al suolo da esponenti veneti e friulani dei centri sociali.
«La vera vergogna – dice Tiso – è il fatto che le autorità preposte non siano intervenute, prima per bloccare la semina illegale e poi per eliminare le piante transgeniche che rischiano di contaminare irreversibilmente i terreni limitrofi. È inconcepibile che non siano ancora stati resi noti i risultati delle analisi, mentre a Greenpeace sono bastate 48 ore per scoprire che quel campo era coltivato con semi irregolari».
«La questione ogm – chiosa Tiso – va affrontata con serietà. Mentre il ministro delle Politiche agricole perde tempo in futili discussioni con il governatore del Veneto, il nostro Paese resta ancora una volta indietro su trasparenza, ricerca scientifica e sperimentazione legalizzata».
Ed ecco la Lega Nord, che dopo Zaia schiera i parlamentari Gianpaolo Vallardi ed Enrico Montani, della commissione Agricoltura di Palazzo Madama: «Galan si decida a  prendere una posizione. Sugli ogm non dice niente e con il suo comportamento apre una strada come ha fatto con gli animali clonati, il latte e la carne. Il ministro batta un colpo, così sappiamo cosa vuol fare». Vallardi e Montani criticano il comportamento del titolare del dicastero di via XX settembre dopo l’irruzione a Vivaro e annunciano un disegno di legge sulla moratoria totale agli organismi geneticamente modificati.
Ma «un «profondo e preoccupante caos» sul capitolo ogm in Fvg si è venuto a creare anche per il senatore friulano del Pdl Ferruccio Saro, secondo il quale «da una parte e dall’altra sono stati commessi troppi gesti di provocazione che sicuramente non fanno il bene né della sperimentazione portata avanti con il crisma della legge né  tanto meno fanno il bene di chi, democraticamente e civilmente però, intende manifestare il proprio dissenso. Ora si è arrivati a un punto delicatissimo perché a monte sono mancate alcune condizioni fondamentali: c’è chi semina senza gli indispensabili via libera ministeriali, rifacendosi a criteri autoprodotti di silenzio assenso, e chi distrugge i campi nel totale sfregio delle regole: alla luce di un quadro simile l’unico criterio che bisogna cominciare a seguire è quello della legalità, un principio a cui, stranamente, tutti si appellano, ma con una logica privatistica. Ora si ripristini il rispetto delle norme e si attendano i pronunciamenti degli organi competenti, evitando di condurre lo scontro a livelli insostenibili».
Gli fa eco il coordinatore regionale del Pdl del Fvg, il deputato Isidoro Gottardo, per il quale «più che mai sugli ogm servono regole generali fatte rispettare e non piccole patrie dove ognuno si regola come crede. Le parole pronunciate dal senatore Saro sono chiare e per ciò che riguarda il Pdl del tutto condivise».
«Ora attendiamo i risultati delle analisi e poi si vedrà», taglia corto Galan all’indomani del blitz no global in Friuli. Il ministro ha anche replicato alle accuse di non avere una posizione chiara sugli ogm fattagli dai senatori leghisti Vallardi e Montani: «Quando un parlamentare si esprime mentendo per la gola è inutile replicare. Il sottoscritto in tre-quattro mesi di dicastero è stato più volte a Bruxelles e nelle sedi europee rispetto a chi è stato ministro per qualche anno, tanto per parlare di lavoro – chiaro il riferimento al predecessore Zaia, ndr –. E poi posso dialogare con chi si muove contro l’Europa e contro la legalità? La mia posizione sugli ogm – ha concluso – l’ho espressa dal primo giorno, ma chi pratica e difende illegalità e violenza non ha alcun diritto di criticarmi. Ho sempre detto che c’è una legge che va rispettata. È da tre mesi che lo dico».
Ma anche in casa sua, evidentemente, non tutti lo hanno sentito.